di Luciano Giambartolomei
QUALE
E’ IL VOLUME DI ATTIVITA’ CHE L’AZIENDA DEVE RAGGIUNGERE PER COPRIRE TUTTI I
SUOI COSTI FISSI DI STRUTTURA ED ENTRARE NELLA ZONA DEI PROFITTI?
In questo articolo ci si propone di dare una risposta
alla seconda delle domande che ogni imprenditore si pone quando deve decidere
la programmazione economica della sua azienda.
Recuperiamo dal precedente articolo la tabella 03 possiamo rilevare che man
mano che il volume delle attività si riduce, passando:
da € 12.000.000
a € 11.000.000
a € 10.000.000
a €
9.000.000
a €
8.000.000
l’utile si riduce, passando:
da
€ 1.054.000
a €
777.000
a €
500.000
a €
223.000
a € - 54.000
I altri termini, a causa
delle differenti incidenze dei costi fissi sui ricavi, man mano che il volume
di attività diminuisce, diminuiscono anche gli utili fino ad annullarsi; dopo
di che si entra nella ZONA DELLE PERDITE.
Esiste un volume di
attività in corrispondenza al quale si ha una inversione di tendenza: questo
punto viene detto PUNTO DI PAREGGIO
(BREAK EVEN POINT).
Il significato del PUNTO DI PAREGGIO è il seguente:
- Se il volume
delle vendite dell’azienda resta al disotto del PUNTO DI PAREGGIO si è nella
“zona delle perdite” perché i ricavi conseguiti dalla vendita dei prodotti sono
inferiori ai costi sostenuti per produrli.
- Se il volume
delle vendite dell’azienda supera il PUNTO DI PAREGGIO si è nella “zona dei
profitti” perché i ricavi conseguiti dalla vendita dei prodotti sono superiori
ai costi sostenuti per produrli, per cui si ha la formazione dell’utile.
Ogni azienda ha un suo
proprio PUNTO DI PAREGGIO che dipende dall’incidenza percentuale dei costi
variabili e dal valore assoluto dei costi fissi. Ed è chiaro che ogni
imprenditore è fortemente interessato a conoscere in precisi termini
quantitativi il volume di vendite corrispondente al PUNTO DI PAREGGIO, perché
esso rappresenta la soglia fra “zona delle perdite” e “zona dei profitti”.
I SISTEMI DI COSTO
TRADIZIONALI sono incapaci a determinare il PUNTO DI PAREGGIO perché
discriminano fra costi variabili di prodotto e costi fissi di struttura.
IL SISTEMA DEL MARGINE
DI CONTRIBUZIONE è, invece, in grado di pervenire a tale determinazione per via
analitica.
DETERMINAZIONE ANALITICA DEL PUNTO DI
PAREGGIO
Il volume di vendite in
corrispondenza al quale si ha il totale recupero dei costi (variabili e fissi)
senza però avere né un euro di perdita, né un euro di utile si può ricavare
analiticamente.
Si usa la seguente
formula:
costi fissi
Punto di pareggio =
---------------------------------------------------------------
(1 – incidenza % dei costi variabili sui
ricavi)
Il significato del PUNTO DI PAREGGIO è il seguente:
- Se il volume
delle vendite dell’azienda resta al disotto del PUNTO DI PAREGGIO si è nella
“zona delle perdite” perché i ricavi conseguiti dalla vendita dei prodotti sono
inferiori ai costi sostenuti per produrli.
- Se il volume
delle vendite dell’azienda supera il PUNTO DI PAREGGIO si è nella “zona dei
profitti” perché i ricavi conseguiti dalla vendita dei prodotti sono superiori
ai costi sostenuti per produrli, per cui si ha la formazione dell’utile.
Ogni azienda ha un suo
proprio PUNTO DI PAREGGIO che dipende dall’incidenza percentuale dei costi
variabili e dal valore assoluto dei costi fissi. Ed è chiaro che ogni
imprenditore è fortemente interessato a conoscere in precisi termini
quantitativi il volume di vendite corrispondente al PUNTO DI PAREGGIO, perché
esso rappresenta la soglia fra “zona delle perdite” e “zona dei profitti”.
I SISTEMI DI COSTO
TRADIZIONALI sono incapaci a determinare il PUNTO DI PAREGGIO perché
discriminano fra costi variabili di prodotto e costi fissi di struttura.
IL SISTEMA DEL MARGINE
DI CONTRIBUZIONE è, invece, in grado di pervenire a tale determinazione per via
analitica.
DETERMINAZIONE ANALITICA DEL PUNTO DI
PAREGGIO
Il volume di vendite in
corrispondenza al quale si ha il totale recupero dei costi (variabili e fissi)
senza però avere né un euro di perdita, né un euro di utile si può ricavare
analiticamente.
Si usa la seguente
formula:
costi fissi
Punto di pareggio =
---------------------------------------------------------------
(1 – incidenza % dei costi variabili sui
ricavi)
Applicando la formula,
si ha:
2.270.000 2.270.000
Punto di pareggio = --------------------- =
-------------------- = 8.195.000 €
(1 –
0.723) 0.277
Ciò significa che:
- Se l’azienda
ha ricavi uguali a € 8.195.000 copre esattamente tutti i costi e non ha né un
euro di perdita, né un euro di utile.
- Se l’azienda
supera il punto di pareggio ha un utile, e questo utile è pari al 27,7 %
dell’eccedenza rispetto al punto di pareggio.
- Se l’azienda
resta al disotto del punto di pareggio ha una perdita, e questa perdita è pari
al 27,7 % di quanto manca rispetto al punto di pareggio.
Verifichiamo se quanto
detto è esatto prefigurando tre diverse alternative:
1° alternativa: ricavi =
€ 8.195.000
Ricavi uguali al punto
di pareggio
2° alternativa: ricavi =
€ 9.195.000
Ricavi che superano il
punto di pareggio € 1.000.000
3° alternativa: ricavi =
€ 7.995.000
Ricavi inferiori al
punto di pareggio di € 200.000
1° alternativa
I dati sintetici
riportati nella tabella 1° alternativa permettono di verificare che il volume
di vendite corrisponde a ricavi pari a € 8.195.000è proprio quello relativo al
PUNTO DI PAREGGIO.
Infatti esso, pur dando
luogo al recupero totale dei costi, non determina alcun utile.
2° alternativa
I dati riportati nella
2° tabella dimostrano due cose:
- Quando il
volume delle vendite dà luogo a ricavi superiori al PUNTO DI PAREGGIO l’azienda
consegue un utile.
- L’utile è
effettivamente pari al 27,7 % dell’eccedenza rispetto al PUNTO DI PAREGGIO.
Infatti: 27,7 % di €
1.000.000 = € 277.000
3°
alternativa
I dati riportati nella 3° tabella dimostrano due cose:
- Quando
il volume delle vendite dà luogo a ricavi inferiori al PUNTO DI PAREGGIO
l’azienda soffre una perdita.
- La
perdita è effettivamente pari al 27,7 % di quanto manca per raggiungere il
PUNTO DI PAREGGIO.
Infatti: 27,7 % di € 200.000 = € 55.400
SIGNIFICATO
OPERATIVO DEL PUNTO DI PAREGGIO
Per poter realizzare il ciclo produttivo l’azienda deve
darsi una sua struttura produttiva (impianti, macchine, attrezzature), una sua
struttura organizzativa (dirigenti, quadri), una sua struttura tesa allo
sviluppo (studi, ricerche, mezzi promozionali).
Questa struttura dà luogo al sorgere di costi fissi, in
quanto indipendenti dal volume di produzione.
Se il volume di produzione resta al disotto del PUNTO DI
PAREGGIO, la struttura aziendale è insufficientemente sfruttata rispetto alle
sue potenzialità. Ne consegue che l’incidenza percentuale del suo costo del suo
costo viene ad essere eccessiva al punto da dare luogo ad una perdita.
Viceversa, se il volume di produzione supera il PUNTO DI
PAREGGIO, la struttura aziendale opera con grado di saturazione rilevante per
cui l’incidenza percentuale del suo costo va decrescendo e dà luogo al
profitto.
ESEMPI
DI CALCOLO DEL PUNTO DI PAREGGIO
Ora consideriamo il caso di alcune aziende manifatturiere
di medie dimensioni.
AZIENDA
A
Essa è caratterizzata dai seguenti elementi:
Si ha:
costi fissi 2.000.000 €
Punto di pareggio = -------------------------------------
= ------------------------ =
1 - % costi variabili (1 - 0,60)
2.000.000 €
= -------------------- = 5.000.000 €
0,40
Possiamo fare le seguenti deduzioni:
- In
corrispondenza ad un volume di vendite pari a 5.000.000 € l’azienda fa una
patta.
- Sull’eccedenza
rispetto al punto di pareggio
l’azienda guadagna il 40 % (cioè la differenza fra 100 % e l’incidenza del
costo variabile).
Possiamo verificare entrambe le cose.
Se l’azienda consegue ricavi pari a 5.000.000 € si ha:
Ricavi €
5.000.000
Costi variabili (60% di 5.000.000) € 3.000.000
Costi fissi €
2.000.000
Totali
costi €
5.000.000
Perdita 0
Utile 0
Se l’azienda consegue ricavi pari a € 8.000.000 (come
nell’esempio considerato) supera il punto
di pareggio di € 3.000.000 e guadagna proprio il 40% sull’eccedenza:
40% di € 3.000.000 = € 1.200.000
AZIENDA
B
Essa è caratterizzata dai seguenti elementi:
Si ha:
costi fissi 1.000.000 €
Punto di pareggio = -------------------------------------
= ------------------------ =
1 - % costi variabili (1 - 0,75)
1.000.000 €
= -------------------- = 4.000.000 €
0,25
Tale determinazione permette di dire che:
- In
corrispondenza ad un volume di vendite pari a 4.000.000 € l’azienda sostiene
costi pari ai ricavi e non ha né utile né perdite.
- Sull’eccedenza
rispetto al punto di pareggio l’azienda
guadagna il 25 % (cioè la differenza fra 100 % e l’incidenza del costo
variabile).
Possiamo verificare entrambe le cose.
Se l’azienda consegue ricavi pari a 4.000.000 € si ha:
Ricavi €
4.000.000
Costi variabili (75% di 4.000.000) € 3.000.000
Costi fissi €
1.000.000
Totali
costi €
4.000.000
Perdita 0
Utile 0
Se l’azienda consegue ricavi pari a € 7.200.000 (come
nell’esempio considerato) supera il punto
di pareggio di € 3.200.000 e guadagna proprio il 25% sull’eccedenza:
25%
di € 3.200.000 = € 800.000
AZIENDA
C
Essa è caratterizzata dai seguenti elementi:
Si ha:
costi fissi 500.000 €
Punto di pareggio = -------------------------------------
= ------------------------ =
1 - % costi variabili (1 - 0,90)
500.000 €
= -------------------- = 5.000.000 €
0,10
Tale determinazione permette di dire che:
- In
corrispondenza ad un volume di vendite pari a 5.000.000 € l’azienda sostiene
costi pari ai ricavi e non ha né utile né perdite.
- Su
quanto manca per arrivare al punto di
pareggio l’azienda perde il 10 % (cioè la differenza fra 100 % e
l’incidenza del costo variabile).
Verifichiamo le due cose.
Se l’azienda consegue ricavi pari a 5.000.000 € si ha:
Ricavi €
5.000.000
Costi variabili (90% di 5.000.000) € 4.500.000
Costi fissi € 500.000
Totali
costi €
5.000.000
Perdita 0
Utile 0
Se l’azienda consegue ricavi pari a € 4.200.000 (come
nell’esempio considerato) rimane sotto il punto
di pareggio di € 800.000 e perde proprio il 10% di tele importo:
10%
di € 800.000 = €
-80.000 perdita
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