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mercoledì 21 aprile 2021

La Vesperbild di Cartoceto

 di Giorgio Battisti - Architetto e Storico dell'Arte


Ciascuno di noi osserva il mondo e ne ha coscienza in base al bagaglio di cultura, sapere ed esperienza che ha accumulato nella propria vita. Su questo formiamo le nostre opinioni, esprimiamo giudizi e modelliamo le nostre esistenze. Ho iniziato ad occuparmi di arte per cercare di non rimanere completamente in silenzio davanti all’oggetto artistico, ma di avere almeno le nozioni di base per la sua comprensione. Con questo spirito voglio iniziare la rubrica parlando di un piccolo oggetto che si conserva all’interno della chiesa della Pieve dedicata ai Santi Pietro e Paolo. Si tratta di una scultura lignea composta di due figure: la Madonna seduta che ha sulle proprie ginocchia il corpo esanime di Gesù, morto la sera del venerdì santo. La dimensione verticale della figura di Maria si contrappone a quella orizzontale del corpo rigido di Gesù. 
L’episodio non è riconducibile agli avvenimenti descritti nei vangeli, neanche sui testi apocrifi che raccontano le vicende della vita di Cristo. Una invenzione forse derivante da una interpretazione popolare di ciò che potrebbe essere accaduto dopo la deposizione di Gesù dalla croce. L’iconografia di questo tipo di scultura devozionale è nata nel XIV secolo in Germania ed è identificabile con il termine VESPERBILD (letteralmente "immagine del Vespro"). Il soggetto era legato alla pratica devozionale di confrontarsi con i dolori della Passione, di Maria e Gesù, compatendone le sofferenze in modo da partecipare al sentimento religioso delle feste cristiane (soprattutto la Pasqua) e trovare conforto per le sofferenze proprie del fedele, attraverso l'immedesimazione e la preghiera ispirata. Conobbe una notevole fortuna anche in alcune regioni italiane; dapprima in Friuli, attraverso la Slovenia, poi nel centro, Marche e Umbria, già a partire dalla fine del Trecento, arrivando in pieno Rinascimento anche a Roma. Ispirò molti capolavori dell’arte italiana: dai VESPERBILD nacque infatti il tema iconografico, noto col nome di Pietà, che numerosi maestri del XVI secolo dipinsero e che Michelangelo rese sublime nel marmo con la PIETA’ conservata all’interno della basilica di S. Pietro. La VESPERBILD della chiesa della Pieve ha le seguenti caratteristiche: la Vergine Maria con la mano destra sostiene il capo del Cristo mentre il braccio sinistro è piegato quasi a novanta gradi con la mano protesa in avanti a sottolineare il sacrificio del figlio per la redenzione dell’umanità; ha la veste rossa con decorazioni in oro nei polsini e nel girocollo e il manto blu che lascia parzialmente in vista i capelli; è seduta con il capo eretto, lo sguardo fisso e triste verso il corpo di Gesù adagiato sulle sue ginocchia e ormai irrigidito dalla morte, con il costato ferito e il corpo martoriato dalla crocifissione. Il braccio destro completamente abbandonato è quasi perpendicolare al terreno mentre quello sinistro è adagiato sopra il corpo all’altezza del panno che copre le nudità del Cristo. Sulle mani e i piedi sono bene in vista i buchi dei chiodi. Le dimensioni della scultura sono le seguenti: altezza cm 72, larghezza cm 45 e spessore cm 37. I colori della veste della Madonna sono quelli classici: veste nelle tonalità del rosso che simboleggia la terra e manto nelle tonalità del blu/azzurro ad indicare il cielo a sottolineare la doppia natura, terrestre e divina del personaggio.
Come riportato nel libro “CARTOCETO i tesori ritrovati” a cura di Claudio Vagnini e Olga Valeri, nell’arco temporale che va dal 2000 al 2008 è stata oggetto di un accurato restauro che ha riportato l’opera all’antico splendore cromatico. Questi oggetti che al giorno d’oggi consideriamo “artistici” all’epoca erano creati in serie, a scopo devozionale, da botteghe artigianali specializzate.