In attesa di riprendere i corsi di
formazione e tornare “alla nuova normalità”, l’Associazione Culturale La Via
della Seta ha il piacere di comunicare a tutti i suoi Soci, Amici e Simpatizzanti, l’inizio,
a partire dal mese di luglio, di una sezione del proprio blog dedicata alla
“Cultura d’Impresa”
In un contesto in cui tutti, analisti,
economisti, sociologi, filosofi, virologi, religiosi, politici, insegnanti,
imprenditori, si stanno interrogando su come cambierà lo
stare insieme dopo il Covid-19, dimenticando spesso che c’è un presente da
affrontare, La Via della Seta, cercherà di dare un contributo
concreto alle PMI (Piccole Medie Imprese) che sono la maggior espressione
imprenditoriale del nostro territorio. Come? Ragionando insieme sui fondamentali
del fare impresa. Cercheremo di farlo affrontando le questioni pratiche che
fanno parte del quotidiano, ma, allo stesso tempo, ci sforzeremo di fornire
contributi per l’elaborazione di una
nuova strategia che aiuti gli imprenditori a ragionare con i nuovi schemi
imposti dal nuovo contesto competitivo. È una sezione aperta ai commenti di
tutti coloro i quali vorranno partecipare con un serio spirito costruttivo.
Le domande, gli aneddoti, le
curiosità, le proposte ed altro, potranno essere inseriti a commento del post dove auspichiamo nascano delle
vivaci e stimolanti discussioni che serviranno da spunto per altri e ulteriori
argomenti.
Al fine di dare subito concretezza a
questa iniziativa abbiamo chiesto a due Soci esperti in materia, Luciano Giambartolomei e Pierluigi Venturi, di
farci da guida lungo questo viaggio nel mondo dell’Economia e delle Imprese.
Cominciamo con il primo contributo di Pierluigi Venturi al quale seguirà presto quello di Luciano Giambartolomei. Vi aspettiamo nei commenti per dirci cosa ne pensate ed interagire con i nostri Blogger.
Who's Who: https://www.linkedin.com/in/pierluigi-venturi-12a691192/
Pierluigi Venturi LVDS |
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“Tra le tante cose che ho letto in questi giorni, mi ha colpito e fatto riflettere un passaggio di un articolo pubblicato da Kevin Sneader e Shubham Singhal sul sito della prestigiosa società di consulenza McKinsey che propongo qui di seguito:”The coronavirus could be the biggest global challenge since World War II. In the wake of that conflict came the question: “What did you do during the war?” That question will be asked, forcefully, of both government and business, once the COVID-19 battle has been won. Business leaders need to ask it of themselves now”. Ciò che mi colpisce di questa considerazione non è tanto la metafora riferita alla seconda guerra mondiale, ma la necessità, oggi, per ogni imprenditore e/o amministratore di qualsiasi azienda, di porsi delle domande e fornire delle risposte cercando di dare forma alla nuova normalità futura per guidare l’azione quotidiana. La necessità, quindi, di trovare il tempo per pensare e non essere fagocitati dall’emergenza. Qualsiasi imprenditore, allenato a far fronte a cambiamenti importanti, sa che la prima cosa da fare in queste situazioni è quella di mettere in sicurezza l’impresa e, quindi, “guadagnare” quel famoso tempo per pensare. Come? Ristabilendo l’equilibrio a fronte del colpo ricevuto. Di seguito le primissime mosse da fare.
Prima mossa. Il problema con la P maiuscola nella gestione delle crisi è la questione finanziaria. Con il Covid 19 diventa ancora più centrale, in quanto è l’intera economia mondiale ad avere subito uno shock. Per tutte le imprese, quindi, si renderà necessaria una nuova pianificazione finanziaria in base alle nuove previsioni di entrata e di uscita, in quanto è facile intuire che si andrà incontro ad un periodo di tensione a livello di flussi; mi viene da dire direttamente proporzionale all’impatto della crisi. In figura 1 riporto in modo esemplificativo l’andamento finanziario che corrisponde ai diversi momenti della gestione della stessa crisi: lo shock iniziale; l’adeguarsi al nuovo contesto, la ripartenza e sviluppo di nuova progettualità.
È altrettanto facile da prevedere che non colpirà allo stesso modo tutte le imprese e che l’andamento, per la singola impresa, potrebbe essere più tortuoso di quanto rappresentato in figura 1. Per quelle che, prima del Covid 19, vivevano già una situazione di difficoltà finanziaria, le cose potrebbero complicarsi fino a diventare irreversibili e/o causare un ulteriore ritardo rispetto ai propri competitors. Per quelle, invece, che avevano una gestione finanziaria equilibrata ed abituate a pianificare questo elemento vitale per l’impresa, dovranno semplicemente gestire le difficoltà di breve/medio periodo, con un programma ad hoc da condividere con dipendenti, collaboratori, fornitori, clienti e banche.
Figura 1. Esempio di impatto finanziario conseguente ad una crisi
Dopo il Covid 19, le imprese tenderanno ad avere una maggiore liquidità per timore di una ricaduta ed è per questo motivo che immagino un equilibrio finanziario dopo la crisi ad un livello superiore rispetto a quello pre crisi. Sarà interessante capire quanto, tutto questo, inciderà sulle decisioni di investimento future. Ogni caso sarà un caso a sé che dipenderà da una serie di fattori quali: le politiche finanziarie/fiscali governative che verranno messe in atto, il settore in cui opera l’impresa, i trend internazionali, ma soprattutto le scelte strategiche delle singole imprese.
Figura 2. Tempo impiegato nella gestione dello shock
Seconda mossa. La ripianificazione finanziaria per la gestione della crisi va di pari passo con il mantenimento delle relazioni con tutte le componenti fondamentali del sistema azienda. Molti imprenditori non sapendo cosa dire, in queste situazioni, rimangono in silenzio, ma così facendo mettono in uno stato di agitazione gli altri interlocutori. In questa fase non si può fare altro che gestire/affrontare lo shock. Il tempo dell’imprenditore/leader dell’impresa viene assorbito quasi totalmente dalla gestione dell’emergenza come in figura 2. Non potrebbe essere altrimenti!. Tanto più sarà tempestivo nel trovare il nuovo equilibrio, tanto prima riuscirà a dedicare tempo alla nuova strategia.
Terza mossa. La situazione rappresentata in figura 3. sta ad indicare che è stato raggiunto il nuovo equilibrio di crisi. In questo momento non si può mollare sulla gestione dei problemi contingenti, occorre resistere ed adattarsi alla nuova situazione, ma al contempo si comincia a guardare avanti.
Figura 3. Tempo impiegato nella gestione del nuovo equilibrio di crisi
Quarta mossa. L’approdo alla “nuova normalità” sarà rappresentata da una gestione del tempo equilibrata tra routine e miglioramento della nuova strategia (cfr Figura 4). Sarà il momento in cui l’imprenditore e/o il manager potrà dedicarsi completamente ad affinare le risposte con riferimento alle domande che si era posto all’inizio della crisi.
Ho voluto evidenziare la risorsa tempo nella gestione della crisi, in quanto decisiva per uscirne e per guadagnare vantaggio nei confronti dei competitors. Tanto più breve sarà il tempo impiegato nella gestione della crisi e maggiori saranno le possibilità per l’impresa di cogliere nuove opportunità dopo il Covid 19. In altre parole il ritardo che le imprese accumuleranno sarà direttamente proporzionale al numero di problemi che l’azienda aveva prima dello scoppio della pandemia. Ne segue che, se i fondamentali dell’impresa erano buoni, ci sono concrete possibilità di aggiungere vantaggi rispetto alla situazione precedente.
A questo punto, dopo aver messo in sicurezza l’azienda, i leaders di qualsiasi impresa, possono sbizzarrirsi nel cercare di dare forma a quello che sarà la nuova normalità. Quindi, definire in modo più preciso quelle risposte che, come detto sopra, sono stati costretti a dare nel momento di emergenza per guidare le loro azioni quotidiane.”
Pierluigi Venturi